La gestione dei trasporti transfrontalieri di rifiuti è stabilita per tutti gli operatori comunitari dal Regolamento CE 1013/06. Chiunque voglia o debba eseguire operazioni di import export di rifiuti deve adeguarsi a tale regolatorio. Come, oggi in Italia, gli operatori si adeguano a tale situazione? In regione Lombardia e in Regione Veneto l’intero iter procedurale è gestito da un sistema informativo (S.I.T.T.) che, via internet, permette agli operatori di istruire le proprie pratiche (Mod.1A) fino al raggiungimento delle autorizzazioni necessarie ad iniziare i viaggi (Mod. 1B). Operare con le altre autorità di spedizione, invece, significa costruire le pratiche manualmente con grande dispendio di tempo e di risorse. Oltre a ciò, sia per le importazioni che per le esportazioni i soggetti coinvolti pubblici e privati, a partire da giugno 2017, dovranno inserire i modelli descrittivi delle pratiche e dei trasporti nel sistema messo a disposizione dal Ministero dell’Ambiente (S.I.S.P.E.D.) al fine di alimentare una banca dati che dovrà contenere tutte le informazioni relative alle pratiche ed ai viaggi, informazioni messe a disposizione delle autorità di controllo per verificare in qualsiasi momento lo stato dell’arte dell’import export di rifiuti e rendere quindi possibile il Piano di Ispezioni nelle more del Regolamento CE 660/2014. Gli operatori Lombardi e Veneti sono privilegiati in quanto, avendo costruito la loro documentazione nativamente in forma digitale e in modalità preventiva rispetto agli obblighi di alimentazione della banca dati centrale tenuta dal Ministero dell’Ambiente, il S.I.T.T. provvede in autonomia al trasferimento automatico dei documenti verso S.I.S.P.E.D.
Questa situazione è sicuramente anacronistica nel tempo della trasformazione digitale nel quale la documentazione, in generale, dovrebbe tendere ad essere digitale e dematerializzata. In effetti, l’inserimento dei documenti di pratica e di trasporto nei sistemi di Lombardia e Veneto e nel sistema ministeriale centralizzato potrebbe essere reso automatico se esistessero i presupposti tecnici per renderlo possibile. Che cosa significa? Il sistema centrale del MATTM dovrebbe esporre una porta applicativa [1] al fine di ricevere dai sistemi informativi degli operatori i documenti in formato digitale. Così come i sistemi di Lombardia e Veneto dovrebbero ricevere i medesimi documenti, anche se in forma preventiva alla loro autorizzazione, sempre attraverso un dialogo automatico. Questo significherebbe ridurre tempi e costi di costituzione delle pratiche e della loro comunicazione agli enti preposti al ricevimento, al controllo ed alle autorizzazioni.
Il processo
Il processo sommariamente descritto non è di così semplice realizzazione soprattutto perché il dialogo automatico, per essere affidabile, deve essere in grado di gestire credenziali di inequivocabile identificazione degli utenti e di mutua autenticazione dei sistemi. Tuttavia, una volta superata tale criticità, la possibilità di inserire le informazioni costituenti i documenti una sola volta comporterebbe senza alcun dubbio un enorme risparmio di tempo e la conseguente eliminazione di errori di trascrizione.
La “porta applicativa” cui si accennava in precedenza è un obiettivo che sarà raggiunto in breve tempo [2]. Il passo successivo per i soggetti obbligati all’interscambio di queste comunicazioni sarà quello di dotarsi di sistemi “interoperanti”. Si fa presente che la Direzione Generale Ambiente della Comunità Europea sta approntando modifiche al Regolamento 1013/06 definendo uno standard EDI (Electronic Data Interface) per scambiare i documenti tra soggetti obbligati, privati e pubblici, coinvolti nel Waste Transboundary Shipment al fine di dematerializzare tali scambi documentali. Non si anticiperebbero di tanto le esigenze che verranno imposte dall’evoluzione del Regolamento Comunitario se tali funzionalità fossero già presenti nelle soluzioni nazionali esistenti.
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[1] Per PORTA APPLICATIVA si intende un sistema di web services controllato ed organizzato per ricevere informazioni in automatico da altri sistemi informativi che le producano. [2] La porta applicativa è già realizzata per rendere possibile la comunicazione automatica tra sistemi regionali e sistema centralizzato. È necessario adesso, attivare un protocollo di sicurezza per il dialogo automatico tra i sistemi gestionali dei soggetti obbligati ed i sistemi in essere (sia regionali che centrale) costituito da certificati di riconoscimento univoco delle credenziali di accesso per gli utenti e di mutua autenticazione dei sistemi.Roberto Conforto
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