La “borsa digitale europea” dei rifiuti continua a raccogliere consensi

Il Laboratorio Utilities & Enti Locali (LUEL), riserva uno spazio al WSX (Waste Services Exchange) all’interno della newsletter dedicata alla diffusione di studi e ricerche finalizzati allo sviluppo di innovativi sistemi di gestione nei settori della regolazione, della finanza pubblica e dell’organizzazione dei servizi d’interesse generale.
Niente di più innovativo del WSX, la Borsa digitale dei rifiuti che rappresenta una vera e propria “rivoluzione” nel settore del Waste Management.Progetto nato dalla visione innovativa e dalla grande esperienza di Roberto Conforto (fondatore e anima di Computer Solutions), modellato in partnership con Protiviti Italia e cofinanziato da EIT Climate Kic, il WSX rappresenta la risposta alle attuali inefficienze nelle prassi di gestione del mercato dei servizi per il recupero / smaltimento dei rifiuti.Per raccontare la genesi e lo sviluppo del progetto, LUEL ha scelto di andare direttamente alla fonte pubblicando l’estratto di un’intervista al dott. Roberto Conforto, che riportiamo di seguito.

WSX O WASTE SERVICES EXCHANGE

La borsa digitale dei rifiuti “rivoluziona” il settore del waste management

WSX: la nuova “Borsa digitale europea dei rifiuti” come quella dei titoli finanziari… di cosa si tratta esattamente?
Progetto nato dalla visione innovativa e dalla grande esperienza di Roberto Conforto (fondatore e anima di Computer Solutions), modellato in partnership con Protiviti Italia e cofinanziato da EIT Climate Kic, il WSX rappresenterà una vera e propria rivoluzione nel settore del WASTE MANAGEMENT.
Ma perché, un mercato comunitario di tipo borsistico e ben regolamentato dei servizi per il recupero / smaltimento dei rifiuti dovrebbe rappresentare la risposta alle attuali inefficienze nelle prassi di gestione del mercato?
Per chiarire i punti fondamentali a sostegno della tesi di fondo del WSX siamo andati direttamente alla fonte intervistando il dott. Roberto Conforto e riportando di seguito un estratto dell’intervista.Dott. Conforto, ultimamente si è parlato molto del WSX, la nuova Borsa digitale europea dei Rifiuti; anche Daniele Cerrato, conduttore del TGR Leonardo, ha dedicato al progetto uno spazio nel corso della trasmissione definendo la borsa una vera e propria “PIAZZA AFFARI TRASPARENTE”.

Potrebbe raccontarci come funziona il meccanismo alla base della BORSA DEI RIFIUTI?

Le attuali prassi di gestione dei rifiuti sono notoriamente appesantite dalla burocrazia che, sebbene sia utile per garantire un alto livello dei controlli, non solo è molto onerosa ma genera delle disfunzioni in quanto suscettibile di varie interpretazioni da parte dei diversi enti di controllo esistenti.
Un sistema centralizzato che raccolga domanda e offerta di tutte le componenti di servizi a livello nazionale e internazionale semplificherebbe e standardizzerebbe le procedure di controllo, mettendo a disposizione degli enti a questo preposti, in assoluta trasparenza, i contenuti delle transazioni proposte; ciò significherebbe dare vita ad un mercato libero e concorrenziale al quale tutti potrebbero accedere con un enorme abbattimento di costi.

Secondo lei, quindi, le costose gare europee tra fornitori essenzialmente unici potrebbero essere sostituite da accordi diretti stipulati tramite questa piattaforma digitale regolamentata.

Esattamente. Oggi, i rifiuti prodotti vengono inviati a dei centri di raccolta o di smaltimento ben precisi; l’ideale sarebbe invece metterli in concorrenza con altre tipologie di trattamento o post trattamento, e creare così una concorrenza aperta sul mercato di domanda e offerta che metta in gioco tanti altri criteri in base ai quali poter scegliere come la vicinanza, la standardizzazione, il confezionamento, la composizione delle pratiche o l’analisi del Permitting che i diversi componenti della filiera dovrebbero prevedere in termini trasporto e di destinazione. Una piattaforma digitale e regolamentata dove tutte queste grandezze possano essere compendiate da un sistema d’intelligenza artificiale ma anche dalla standardizzazione delle componenti, potrebbe portare un grosso vantaggio sia in termini di velocità che di identificazione dei punti d’indirizzo dei materiali ma soprattutto in termini di saving cioè di risparmio di tutti i costi che oggi intervengono nella composizione del mercato.

Potrebbe farci un esempio pratico?

Mi vengono in mente le ceneri dei rifiuti solidi convogliate in paesi specializzati come ad esempio le miniere di sale in Germania o le aziende specializzate nella ripulitura delle terre di fonderia dai metalli in Belgio.
Nell’ottica dello sviluppo di un’economia circolare competitiva e ad impatto climatico tendente a zero, al termine dei processi di produzione delle ceneri da incenerimento piuttosto che di altri rifiuti di questo tipo, bisognerebbe avere dei post processori in grado di generare immediatamente materie prime seconde; in questo preciso momento invece, la storia della nostra disponibilità di accesso agli impianti è determinata da alcune filiere.
Esistono dei mercati già maturi come ad esempio quello dei metalli, degli oli minerali o dei solventi ben indirizzati verso il riutilizzo dei materiali; il mercato più maturo è naturalmente quello dei metalli ferrosi e non ferrosi che oggi vengono prelevati dal territorio, attraverso determinate tipologie di sistemi di raccolta, e convogliati nelle industrie che li riutilizzano; prassi che dovrebbe essere eliminata considerando che esistono determinate tipologie di materiali come le ceneri, che di metalli ne contengono a iosa, e che bisognerebbe riuscire ad estrarre invece che mandarle semplicemente ad una destinazione finale di immagazzinamento.

Parliamo adesso della proposta di un bollettino del carbon footprint …

E’ molto semplice; l’identificazione delle filiere e il coordinamento dei conferimenti verso impianti correttamente identificati per tipologia di rifiuti, ridurrebbe di molto i trasporti e in più permetterebbe di convogliare sui trasporti intermodali una grande quantità di materiali, consentendo la misurazione del CFP o Carbon Footprint da questi generato in termini di emissione di gas serra nell’atmosfera; ciò significherebbe quantificare l’impatto della borsa e dell’identificazione di impianti generalizzanti per il trattamento di determinate tipologie di rifiuti, sulla salvaguardia del clima.

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